3/MAG/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Skorupski protegge i sogni del Bologna: 0-0 a Torino

La politica dei piccoli passi.

Quarto pareggio nelle ultime cinque gare per il Bologna, la classifica continua a muoversi. E a tre giornate dalla fine la squadra di Thiago Motta resta padrona del proprio destino in ottica Champions, anche se chiaramente Roma e Atalanta avranno ora la chance di accorciare. Per quello che ha raccontato il campo, contro il solito Torino blindato e durissimo da scardinare, è un buon punto. Con vivi ringraziamenti a Lukasz Skorupski, formidabile nel cancellare due nitide palle goal granata: una paratona per tempo, prima su Zapata e poi su Ilic. Ed ecco che i desideri di bottino pieno di Juric finiscono in fumo. Il Bologna si aggrappa alle prodezze del suo portiere, in attesa di un segnale forte dell'attacco nel rush finale. Che la fase offensiva rossoblù non incanti come qualche tempo fa è un dato di fatto insindacabile: tolta la roboante presa di Roma, nelle restanti quattro gare dell'ultimo mese l'unica rete all'attivo rimane quella siglata una settimana fa da Saelemaekers all'Udinese. Appannamento evidente, senza se e senza ma. Se l'artiglieria non tuona, parola alla difesa. Se non è periodo di scatti fulminei, diventa vitale non interrompere la marcia. Aspettando il momento propizio per l'allungo decisivo, il Bologna tira a campare con sangue freddo e raziocinio. Del resto, anche queste sono doti da grande squadra.

Giunti sul rettilineo che conduce al traguardo, il margine d'errore si riduce allo zero o giù di lì. Lo sanno bene Torino e Bologna, avversarie di turno unite da un nobile passato comune ma divise dagli obiettivi della stretta attualità. Per i granata, alla volontà di celebrare al meglio il 75° anniversario della tragedia di Superga (che ricorre proprio domani) si sommano le ultime speranze di agguantare in corsa il treno delle coppe: la Conference è ancora matematicamente alla portata. A patto di centrare quei tre punti che servono però anche a Thiago Motta per aggiungere bulloni e stabilità al suo clamoroso quarto posto. Incassata la certezza europea, ora il Bologna naviga verso un sogno inconfessabile. Due paroline magiche: Champions League. E in tal senso un colpaccio sotto la Mole equivarrebbe ad una mezza ipoteca. Thiago è tuttavia consapevole di dover salire di livello rispetto ai recenti impegni contro la classe operaia (Frosinone, Monza, Udinese), visto che l'amico dei tempi genoani Juric esibisce una difesa difficilissima da perforare e in casa vanta numeri da alta classifica. Basti pensare che da inizio 2024 a oggi solo la Lazio ha vinto e soprattutto segnato all'Olimpico Grande Torino: solidità a dir poco granitica. Neanche un goal subito nelle ultime quattro gare interne, ma il problema sorge alla voce “realizzati” nello stesso parziale: uno solo, su rigore. Numeri in chiaroscuro che definiscono la stagione un po' insipida di Buongiorno e compagni. Da tempo il Toro si colloca in una casella ibrida: è la più grande delle piccole o la più piccola delle grandi? Enigma arduo da risolvere, probabilmente anche per Cairo e lo stesso Juric. Il Bologna dal canto suo vuole ripartire dalla reazione a svantaggio e inferiorità numerica di domenica scorsa, cancellando con un colpo di spugna quel bruttissimo primo tempo. In questa trasferta tradizionalmente indigesta (un pareggio e tre sconfitte negli ultimi quattro precedenti, vittoria che manca dal 2019) Thiago rilancia dal 1' Calafiori al centro della difesa al posto dello squalificato Beukema. Si rivede dall'inizio anche Fabbian, decisivo all'andata col goal che sbloccò la partita e preferito a El Azzouzi. Ancora panchina invece per Orsolini: sulle fasce confermati Ndoye e Saelemaekers, con Zirkzee riferimento avanzato. Per il nove rossoblù scatta la sfida nella sfida con Duvan Zapata, ariete granata che lo precede di un goal in classifica marcatori (12 a 11) e che guida l'attacco di Juric; al suo fianco c'è Sanabria, mentre la trequarti è terra di caccia di Vlasic. Le novità più succose riguardano la retroguardia, che vede Vojvoda braccetto destro e l'ex Masina sul centro-sinistra. Appunti tattici sparsi: atteso il solito Toro, tutto ritmi alti e pressing feroce attorno al portatore di palla; il Bologna spera in un avversario meno chiuso rispetto a Monza e Udinese, la presenza di un incursore puro come Fabbian al tempo stesso lascia presagire più verticalità e meno palleggio. La prima frazione ruota attorno ad una doppia occasionissima granata poco oltre il quarto d'ora: inserimento più cross da ala pura di Ilic, Sanabria stacca in anticipo su Calafiori e coglie la traversa; sul pallone vagante si catapulta Zapata, che riesce a indirizzare verso la porta ma va a sbattere sul riflesso prodigioso di Skorupski. Per il resto, intensità gradevole ma poche fiammate. L'incrocio tra terza e quarta difesa del campionato prometteva un equilibrio difficile da spezzare: così è. Nel Bologna, in particolare, Zirkzee si danna l'anima per non dare riferimenti e accendere la manovra; né Ndoye né Saelemaekers offrono tuttavia una collaborazione all'altezza, mentre Fabbian tocca pochissimi palloni. L'unico pericolo per la porta di Milinkovic-Savic è rappresentato allora da un rasoterra fuori di poco di Aebischer. Ai punti leggermente meglio Juric, che dopo neanche mezzora è costretto a rimpiazzare l'infortunato Vlasic con Linetty: il polacco va ad affiancare Ilic in mediana, con Ricci alzato un po' a ridosso delle punte e un po' sulle tracce di Freuler.

Scelta interessante di Thiago in apertura di ripresa. Fuori un avulso Fabbian e dentro il redivivo Moro: meno muscoli e profondità, più fraseggio e tecnica. Evidentemente, c'è la volontà di garantire assistenza a Zirkzee nel legare i reparti: aspetto deficitario nella parte iniziale. La principale bocca da fuoco continua a essere Aebischer, che alla solita mole di lavoro sporco abbina sorprendenti velleità offensive; la mezzala svizzera stavolta costringe Milinkovic-Savic a sporcare i guantoni per respingere una stangata dal limite diretta sotto la traversa. Al contrario, fase sorniona del Torino che lascia il pallino ai rossoblù aspettando il momento buono per rimettere le mani sul volante. E l'attimo fuggente potrebbe arrivare dopo l'ora di gioco, quando Ilic raccoglie un cross da sinistra di Masina in piena area: sinistro a botta sicura e secondo miracolo di serata per un monumentale Skorupski. Motta intanto prende atto della serata poco felice dei suoi esterni d'attacco e li cambia in blocco, assegnando le corsie a Orsolini e Odgaard. Juric replica aggiungendo chili e centimetri all'attacco, come suggerito dal terreno appesantito dalla pioggia battente: dentro Pellegri per Sanabria. Col cronometro che scorre verso i titoli di coda, il sussulto finale è del Bologna sotto la sapiente regia di Calafiori nella consueta veste di factotum; il centrale rossoblù frantuma le transizioni granata con il solito tempismo e ad un soffio dal gong recapita a centro area l'invito da tre punti. Cercasi zampata che non arriva e allora sulla ruota di Torino esce il risultato più scontato: reti inviolate e pareggio. Adagio, ma avanti. Il Bologna non brilla, ma neppure molla.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

TORINO (3-4-1-2)

Milinkovic-Savic 6.5; Vojvoda 5, Buongiorno 7, Masina 6.5; Bellanova 5.5 (86' Lazaro s.v.), Ilic 6.5, Ricci 6, Rodriguez 6; Vlasic 6 (28' Linetty 6); Zapata 5.5, Sanabria 6 (78' Pellegri 5.5). all.: Juric 6

 

BOLOGNA (4-1-4-1)

Skorupski 8; Posch 6, Lucumì 6, Calafiori 7, Kristiansen 6.5; Freuler 6; Ndoye 5.5 (69' Orsolini 5.5), Aebischer 7 (82' El Azzouzi s.v.), Fabbian 5 (59' Moro 6), Saelemaekers 5 (69' Odgaard 6); Zirkzee 6 (82' Castro s.v.).  all.: Thiago Motta 6

 

TORINO-BOLOGNA 0-0

 

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